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Vademecum per anziani (e non solo): come prevenire truffe e raggiri. E-book scaricabile

24/2/2014

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In un precedente post abbiamo parlato dell'importanza per le persone anziane e sole di auto-difendersi dal rischio di truffe e raggiri. 
Per una buona prevenzione è importante essere attenti alle caratteristiche delle truffe e mantenere un atteggiamento vigile e attento.
Nell' e-book scaricabile qui sotto troverete:
  • come riconoscere i malintenzionati;
  • cosa fare, in casa e fuori;
  • i riferimenti per contattare le forze dell'ordine.
Per ulteriori approfondimenti, commenti e richieste di consulenza in proposito, contattateci (rif. dott.ssa Starnotti).

>>>SCARICA IL VADEMECUM CONTRO TRUFFE E RAGGIRI 

vademecum_truffe_e_raggiri.pdf
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PSICONEWS Tempo, denaro e moralità

19/2/2014

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Il denaro è una risorsa che quotidianamente assorbe molta attenzione, e può indurre a comportamenti moralmente inaccettabili. 
Uno studio a cura delle ricercatrici di Harvard Francesca Gino (nostra connazionale) e Cassie Molginer, pubblicato su Psychological Science ha provato che spostando l'attenzione sulla variabile "tempo" era possibile innalzare il senso etico degli individui. Erano portati a barare meno, principalmente perchè l'avere più tempo a disposizione faceva riflettere di più sui propri comportamenti.
"Tempo e denaro sono due risorse diverse- spiega Gino- Le persone utilizzano denaro e tempo in modo diverso, e sono influenzati dal pensare a denaro e tempo in modo diverso. Le persone di solito si paragonano sulla base di queste risorse: quante ne hanno, e come le spendono. Pensare al tempo rende le persone più generose e propense a compiere atti di beneficenza e più stimolate alla ricerca di relazioni sociali. Come spendiamo il nostro tempo riflette chi siamo e, dato che ognuno di noi vuole mantenere una buona immagine di se stesso, corretta e morale, il focalizzarci sul tempo ci induce ad essere in linea con quest’insieme di rappresentazioni mentali."

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PSICONEWS: I rischi della solitudine nell'anziano

18/2/2014

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Un anziano in condizione di estremo isolamento ha il 14% di probabilità in più di morire prematuramente.A sostenerlo, lo psicologo John Cacioppo nel corso dell'annuale meeting dell'American Association for the Advancement of Science.
L'impatto della solitudine sul rischio di morire prima del tempo è simile a quello causato da condizioni socio-economiche svantaggiate (+19% ), ed è quasi doppia rispetto al rischio causato da obesità.
"A livello demografico - dichiara Cacioppo - stiamo vivendo uno 'tsunami d'argento': la generazione dei baby-boomers si sta avvicinando all'età della pensione. E si calcola che, al 2011 al 2030, ogni giorno in media 10 mila persone nel mondo compiranno 65 anni."
Per cercare di contrastare la solitudine può essere utile tenersi in contatto con ex colleghi di lavoro e frequentare parenti e amici. Inoltre,trasferirsi in una località più tranquilla e dal clima mite non sempre è una cosa positiva, se questo significa perdere i contatti con le persone significative.

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PSICONEWS Le conseguenze negative del bullismo cronico

17/2/2014

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I bambini vittime di bullismo nel tempo rischiano di andare incontro a conseguenze negative, fisiche e mentali.Uno nuovo studio condotto dal gruppo coordinato da Laura Bogart  (Boston, USA) ha esaminato gli effetti di diverse storie di bullismo sulla salute mentale e fisica. I dati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics. 
La ricerca ha coinvolto 4297 bambini divisi in quattro categorie: vittime di bullismo nel passato e nel presente, vittime solo nel presente o solo nel passato e infine coloro che non erano mai stati colpiti.
I risultati hanno mostrato che il bullismo si associa a peggioramenti della salute mentale e fisica, sintomi depressivi e bassa autostima nel tempo. Gli effetti erano più marcati negli appartenenti alla prime due categorie, cioè le vittime di bullismo "cronico" e "in corso".
Questo ci indica come sia importante fare prevenzione e intervenire per contrastare il fenomeno.


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PSICONEWS Smettere di fumare migliora la salute mentale

14/2/2014

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Smettere di fumare comporta vantaggi anche sulla salute mentale: questo è quanto rilevano i ricercatori del King's College di Londra e delle università di Birmingham e Oxford in uno studio pubblicato sul British Medical Journal. I benefici rilevati sarebbero pari o superiori a un trattamento specifico per disturbi d'ansia e dell'umore.Ai fini della ricerca sono stati analizzati i risultati di 26 studi condotti su adulti (età media 44 anni) che prima di smettere, fumavano circa 20 sigarette al giorno- Per valutare la loro salute mentale prima e dopo lo stop al fumo sono stati considerati parametri legati a ansia, depressione, qualità della vita e stress.
Smettere di fumare ha comportato miglioramenti in tutti i parametri.
Nonostante lo studio non possa sancire con certezza una causalità diretta tra l'addio alle sigarette e i miglioramenti riscontrati, i dati potrebbero essere usati per motivare i fumatori a smettere. "I fumatori possono essere rassicurati sul fatto che smettere è associato a benefici per la salute mentale.- si legge nella ricerca- Inoltre  sfidando l'ipotesi diffusa secondo cui il fumo ha benefici per la mente i tabagisti potrebbero essere motivati ad abbandonare il vizio."

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PSICONEWS Lo smile: da emoticon a sorriso vero

13/2/2014

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A chi non è mai capitato di digitare o ricevere via mail ed sms la combinazione di caratteri " :-)" per comporre uno smile? Ebbene, sembra proprio che quando guardiamo un'emoticon, il nostro cervello si comporti come se fossimo di fronte a un sorriso reale.
Questo è quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricerca della University of South Australia ad Adelaide, pubblicato sulla rivista Social Neuroscience.  Durante l'esperimento 20 studenti hanno prima guardato delle persone che sorridevano, poi la classica emoticon dello smile, e infine delle sequenze di segni senza significato. Osservando la loro attività neurale nelle tre situazioni è emerso che il cervello reagisce nello stesso modo di fronte a smile e sorrisi reali, mentre non risponde a sequenze casuali di segni.
Il cervello umano si sarebbe così evoluto e modificato, imparando che lo smile- fenomeno culturale in espansione dagli anni '80 in poi- equivale a un sorriso.


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Social network addiction: dipendenza da Facebook & co.

12/2/2014

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ImmagineFonte: Tumblr
Non riescono a staccarsi da pc, a meno di non avere lo smartphone o il tablet a portata di mano.
Non appena pubblicano un contributo, stato o foto che sia, controllano ripetutamente il numero di condivisioni e "like".
Alla ricerca di nuovi contatti, aggiungono molte amicizie- spesso sconosciute.
Che sia per giocare, chattare o scrivere in gruppi o pagine, vivono connessi per molte ore al giorno: sono i Facebook-dipendenti  o social network- addicted.

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LA DIAGNOSI
Non esiste una vera e propria classificazione di questo problema, che può eventualmente essere diagnosticato come una forma di "new addictions", cioè dipendenza senza sostanza o comportamentale, tra cui rientrano quelle di tipo tecnologico.
Per inquadrare la situazione possiamo fare ricorso a una serie di indicatori di massima:
  • quando non è possibile connettersi, l'individuo sperimenta una serie di conseguenze psicologiche negative: ansia, panico, pensieri fissi, sbalzi d'umore, momenti depressivi, paure, disturbi del sonno, suscettibilità...;
  • si verificano problemi sociali, affettivi, familiari e lavorativi, e graduale isolamento dalla vita "reale";
  • sono presenti complicazioni fisiche quali emicranie, disturbi alla vista, tensioni, crampi, stanchezza, dolori muscolari...

Il cuore del problema risiede nella centralità che la persona "dipendente" attribuisce al giudizio esterno. Perché è così importante essere sempre connessi, verificare l'approvazione altrui? Cosa spinge ad aggiungere tra i contatti persone del tutto sconosciute? Come mai una persona dedica gran parte del suo tempo a una vita "social", a discapito di quella sociale?

ImmagineFonte: leparry.tumblr
COME INTERVENIRE?
Su Facebook, e nei social in generale (Twitter, Tumblr,...), si possono nascondere le parti di sé che non ci piacciono- o che crediamo non possano piacere- ed enfatizzare aspetti che pensiamo ci rendano più accettabili, desiderabili, ricercati. Si dissimulano le ansie e le preoccupazioni derivanti dalla solitudine del "reale" e si può colmare per un po' la scarsa stima di se stessi.
Non è il social network a essere nocivo in sé anzi: se ben utilizzato può rappresentare una modalità positiva per tenersi in contatto, ritrovare vecchi amici ed organizzare eventi...reali!

Consultarsi con uno psicologo può aiutare a riconoscere le cause di questa fuga dal reale, approfondendo le motivazioni che spingono la persona addicted a investire così tanto tempo e risorse in relazioni virtuali e valutando l'opportunità di intraprendere un percorso terapeutico.


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PSICONEWS Influenze genitoriali nelle relazioni affettive

11/2/2014

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In psicologia sappiamo già da tempo quanta importanza rivestano le relazioni genitoriali sul futuro affettivo dell'individuo.
A ribadirlo, un nuovo studio condotto da  Matt Johnson e Nancy Galambos (Università di Alberta) pubblicato su Journal of Marriage and Family e che ha visto coinvolti 2970 individui, intervistati dall'adolescenza alla giovane vita adulta (12-32 anni). Si è osservato che quanto più le relazioni genitori-figlio erano di buona qualità e fonte di autostima, tanto più le prime relazioni sentimentali erano positive.
I risultati hanno indicato anche come nelle prime relazioni sentimentali si tenda a replicare quanto vissuto nelle interazioni genitoriali: "Non lasciate che i difetti dei rapporti che avete avuto con i vostri genitori in passato rovinino le vostre relazioni romantiche attuali. (...) Comprendere in che modo riproduciamo le relazioni familiari in quelle di coppia potrebbe essere importante per riconoscere le tendenze a replicare gli errori ed evitare di farlo.", affermano i ricercatori.

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PSICONEWS La pausa caffè con i colleghi migliora il benessere lavorativo

10/2/2014

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Trascorrere la pausa caffè insieme ai colleghi aiuta a ridurre lo stress lavorativo. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dalla ricercatrice dell'Università di Copenhagen  Pernille Stroebaek e pubblicato su  Symbolic Interaction.
La ricerca ha coinvolto un gruppo di lavoratori pubblici danesi, dopo una fusione che aveva comportato una riorganizzazione aziendale. Dall'osservazione è emerso la rilevanza psicologica delle pause caffè come momenti di condivisione, scambio di opinioni lavorative e sostegno nelle difficoltà lavorative o personali. Il risultato è una diminuzione dello stress, che in questo caso riguardava anche la fusione aziendale.
Come spiega l'autrice:   "Le pause caffè non devono essere considerate uno 'spreco' di produttività  (...) .Devono essere trattate come abitudini comunitarie che consentono lo sviluppo di gruppi di sostegno.". Nonostante la difficoltà degli "esterni" a introdursi in gruppi già formati, " (...) i coffee break hanno un importante valore sociale, e potenzialmente economico, per le organizzazioni."

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PSICONEWS Primi segnali di autismo dai sei mesi di età?

7/2/2014

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Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry  i primi segnali della presenza di un disturbo autistico potrebbero essere riscontrati intorno ai sei mesi di età.
La ricerca è stata condotta da  un gruppo di ricerca della Yale University School of Medicine utilizzando la tecnica di tracciamento oculare  nel monitoraggio dei comportamenti visivi di bambini di sei mesi cui venivano mostrati dei video con facce parlanti, sorridenti o neutre.
Dalla nascita, i  neonati mostrano una preferenza per sguardi, volti e voci altrui. Invece i bambini che sarebbero stati poi diagnosticati come autistici a tre anni non solo guardavano di meno le facce, ma non davano attenzione a punti ritenuti cruciali come la bocca o gli occhi del parlante. Hanno inoltre difficoltà a fare attenzione alle informazioni socialmente rilevanti.
 

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