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PSICONEWS Le conseguenze negative del bullismo cronico

17/2/2014

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I bambini vittime di bullismo nel tempo rischiano di andare incontro a conseguenze negative, fisiche e mentali.Uno nuovo studio condotto dal gruppo coordinato da Laura Bogart  (Boston, USA) ha esaminato gli effetti di diverse storie di bullismo sulla salute mentale e fisica. I dati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics. 
La ricerca ha coinvolto 4297 bambini divisi in quattro categorie: vittime di bullismo nel passato e nel presente, vittime solo nel presente o solo nel passato e infine coloro che non erano mai stati colpiti.
I risultati hanno mostrato che il bullismo si associa a peggioramenti della salute mentale e fisica, sintomi depressivi e bassa autostima nel tempo. Gli effetti erano più marcati negli appartenenti alla prime due categorie, cioè le vittime di bullismo "cronico" e "in corso".
Questo ci indica come sia importante fare prevenzione e intervenire per contrastare il fenomeno.


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PSICONEWS Smettere di fumare migliora la salute mentale

14/2/2014

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Smettere di fumare comporta vantaggi anche sulla salute mentale: questo è quanto rilevano i ricercatori del King's College di Londra e delle università di Birmingham e Oxford in uno studio pubblicato sul British Medical Journal. I benefici rilevati sarebbero pari o superiori a un trattamento specifico per disturbi d'ansia e dell'umore.Ai fini della ricerca sono stati analizzati i risultati di 26 studi condotti su adulti (età media 44 anni) che prima di smettere, fumavano circa 20 sigarette al giorno- Per valutare la loro salute mentale prima e dopo lo stop al fumo sono stati considerati parametri legati a ansia, depressione, qualità della vita e stress.
Smettere di fumare ha comportato miglioramenti in tutti i parametri.
Nonostante lo studio non possa sancire con certezza una causalità diretta tra l'addio alle sigarette e i miglioramenti riscontrati, i dati potrebbero essere usati per motivare i fumatori a smettere. "I fumatori possono essere rassicurati sul fatto che smettere è associato a benefici per la salute mentale.- si legge nella ricerca- Inoltre  sfidando l'ipotesi diffusa secondo cui il fumo ha benefici per la mente i tabagisti potrebbero essere motivati ad abbandonare il vizio."

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PSICONEWS La pausa caffè con i colleghi migliora il benessere lavorativo

10/2/2014

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Trascorrere la pausa caffè insieme ai colleghi aiuta a ridurre lo stress lavorativo. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dalla ricercatrice dell'Università di Copenhagen  Pernille Stroebaek e pubblicato su  Symbolic Interaction.
La ricerca ha coinvolto un gruppo di lavoratori pubblici danesi, dopo una fusione che aveva comportato una riorganizzazione aziendale. Dall'osservazione è emerso la rilevanza psicologica delle pause caffè come momenti di condivisione, scambio di opinioni lavorative e sostegno nelle difficoltà lavorative o personali. Il risultato è una diminuzione dello stress, che in questo caso riguardava anche la fusione aziendale.
Come spiega l'autrice:   "Le pause caffè non devono essere considerate uno 'spreco' di produttività  (...) .Devono essere trattate come abitudini comunitarie che consentono lo sviluppo di gruppi di sostegno.". Nonostante la difficoltà degli "esterni" a introdursi in gruppi già formati, " (...) i coffee break hanno un importante valore sociale, e potenzialmente economico, per le organizzazioni."

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Una nuova prospettiva integrata: la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI)

2/5/2013

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Le ricerche degli ultimi trent'anni hanno rivoluzionato la visione medica e psicologica, indirizzandosi verso una comprensione unitaria dell'essere umano che vede interagire aspetti fisici, emotivi e psicologici per il raggiungimento di un equilibrio globale interno dell’organismo.
Anche la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) ha confermato scientificamente l’approccio olistico della MEDICINA DEL BENESSERE che, considerando mente e corpo come un'unica entità integrata, tende ad individuare quelle connessioni che trasformano i diversi sistemi un unico e complesso sistema di controllo omeostatico dell'individuo.

La PNEI si va imponendo come una nuova sintesi, un modello scientifico di riferimento che consente di conoscere il reale funzionamento dell’organismo umano in salute e in malattia. Non è possibile, infatti, studiare efficacemente l’attività del sistema nervoso, endocrino, immunitario e psichico separandoli tra loro: nella realtà i sistemi s’influenzano reciprocamente, usando molecole che, al tempo stesso, possono fungere da neurotrasmettitori, ormoni e citochine.
Inoltre, lo studio delle emozioni, la definizione delle aree cerebrali interessate e la loro connessione con il sistema dello stress (e quindi con l’immunità), sta fornendo la base scientifica per chiudere definitivamente la storica contrapposizione tra mente e corpo.
La psiconeuroendocrinoimmunologia ha perciò ad oggetto l’organismo umano nella sua globalità e nel suo fondamentale rapporto con l’ambiente, nell’accezione più vasta del termine.
Con la PNEI si conferma infine quella visione olistica, scientificamente fondata, della medicina, che consente il recupero di tradizioni mediche antiche prestatesi alla verifica scientifica nel quadro di una medicina integrata: una nuova, superiore, sintesi medica.

Uguale attenzione quindi a corpo e mente, ed a fattori quali alimentazione, attività fisica  ed emozioni positive, al fine di farle confluire in un percorso di salute ed equilibrio psicofisico: così la medicina del benessere tende a prevenire gli stati di disagio, guidando gli individui verso uno stile di vita responsabile e verso l’utilizzo del potenziale vitale insito in ognuno di noi.

Per ulteriori informazioni, rimandiamo al portale della S.I.P.N.E.I. http://www.sipnei.it/


[a cura di G. Starnotti]

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Parliamo di EMDR: che cos'è, a cosa serve, come funziona

15/4/2013

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L'EMDR - Eye Movement Desensitazion and Reprocessing (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari)- è un approccio complesso e strutturato volto al trattamento delle esperienze di vita disturbanti e traumatiche.
L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità (Shapiro, 2003
EMDR. Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari  , Ed. Astrolabio). Può essere inoltre utilizzato per alleviare i malesseri psicosomatici e l'ansia da prestazione; per rafforzare il senso di auto-efficacia in campo lavorativo, sportivo e performativo in generale.
La complessità di questo metodo fa sì che possa essere integrato all'interno del percorso psicoterapeutico, anche tra i diversi orientamenti c'è ormai un sostanziale riconoscimento della sua efficacia.
L'EMDR considera la patologia come un'informazione immagazzinata in modo non funzionale e si basa sull’ipotesi che ci sia una componente fisiologica in ogni disturbo o disagio psicologico. Quando avviene un evento ”traumatico” viene disturbato l’equilibrio eccitatorio/inibitorio  necessario per l’elaborazione dell’informazione, che rimane perciò "congelata" e inelaborata, dando origine a patologie e disturbi psicologici.

UN PO' DI STORIA
Come nelle più illustri scoperte scientifiche, è stato un episodio casuale a segnare l'inizio del metodo EMDR. Nel 1987, la psicologa Francine Shapiro scoprì che i suoi movimenti oculari volontari riducevano l'intensità di pensieri negativi disturbanti.  Da queste considerazioni la dr.ssa Shapiro svolse degli studi volti ad esaminare l'efficacia dell'EMDR nel trattamento di reduci del Vietnam traumatizzati, e di vittime di aggressioni sessuali: l'EMDR riduceva notevolmente i sintomi dei loro disturbi da stress post-traumatico (PTSD).
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COME FUNZIONA
Durante l'EMDR, il terapeuta individua con il paziente uno specifico trauma/evento disturbante. Attraverso un protocollo strutturato, viene richiesto al paziente di descrivere l'evento, focalizzandosi su un'immagine significativa. Il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento o dell’aspetto disfunzionale, chiedendo una descrizione gli elementi disturbanti importanti. Viene chiesto al paziente quali pensieri e convinzioni ha mentre richiama l’aspetto peggiore o più disturbante dell’evento. Il terapeuta aiuta l’elaborazione mediante movimenti guidati degli occhi, o altre stimolazioni bilaterali degli emisferi cerebrali.
Durante i set stimolazioni bilaterali, il paziente rivive vari elementi del ricordo iniziale o di altri ricordi. Il terapeuta interrompe i set ad intervalli regolari, per accertarsi che il paziente stia elaborando adeguatamente da solo. L’obiettivo è l’elaborazione rapida delle informazioni relative all'esperienza negativa da parte del paziente, fino ad una sua risoluzione adattiva.
Durante le sedute di EMDR il paziente può vivere emozioni intense, ma al termine della seduta, la maggior parte delle persone riferisce una notevole riduzione nel livello di disturbo associato all’esperienza traumatica. Questo è dovuto ad una riduzione della sintomatologia, ad un cambiamento delle convinzioni del paziente da vecchie negative nuove positive, ed alla prospettiva di una funzionalità ottimale.

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PER CONCLUDERE...
L'EMDR può collocarsi all'interno di un percorso terapeutico più ampio, come approfondimento di una certa tematica, o da solo come trattamento specifico.
Questo metodo ha un approccio globale, dal momento che si rivolge all'evento passato, al disturbo presente e ai pensieri desiderati per il futuro.
Durante l'EMDR il paziente rimane cosciente: non siamo quindi di fronte a una tecnica di ipnosi; non ci sono controindicazioni particolari: può essere fatto da chiunque sia in grado di affrontare un percorso psicoterapeutico.
Le esperienze traumatiche in cui si rivela efficace sono ad esempio:
-traumi subiti nell'età dello sviluppo;
-eventi stressanti nell'ambito delle esperienze comuni (lutti, malattie, crisi lavorative, difficoltà coniugali...)
-eventi stressanti al di fuori delle comuni esperienze umane come disastri naturali (terremoti, inondazioni...) o provocati dall'uomo (incidenti gravi, violenze, torture...)



Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento per un trattamento EMDR presso il nostro Studio, visitate la nostra sezione Contatti.



Su YouTube è possibile visionare alcuni filmati, ve ne proponiamo due a livello esemplificativo.
Il primo - in inglese- è a cura dell'APA (American Psychological Association), e vede all'opera la Dr.ssa Francine Shapiro:


Il secondo video è un intervento televisivo dellla Dr.ssa  Bruna Maccarone, che parla del metodo evidenziandone caratteristiche ed efficacia:
Per una trattazione completa e ulteriori approfondimenti rinviamo al sito ufficiale di EMDR Italia.
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S.O.S. ansia da esame!!

18/2/2013

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UPDATE 31/05/13: stai per sostenere gli esami di maturità? QUI potrai scaricare #maturisenzansia, la nostra guida con 12 piccoli consigli per prepararti al meglio!
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In prossimità di un esame universitario (ma anche di un'interrogazione a scuola o un colloquio di lavoro) può capitare di avvertire ansia anticipatoria.
Come già sappiamo, l'ansia è un segnale di allerta inviato dal corpo, una risposta adattiva ai cambiamenti che la vita ci impone.
In questi casi, una piccola quantità d'ansia ha la funzione di una molla attivante, fornendo quel tanto di adrenalina funzionale al superamento di ostacoli, prove, esami; quindi ha effetto benefico.
Accade però che l'ansia diventi eccessiva, finendo con il prendere il sopravvento: i segnali provenienti dal corpo (palpitazioni, sudorazione, tremore...) diventano sempre più ingestibili. La mente comincia a incanalare negativamente le energie, prefigurandosi possibili scenari fallimentari: secondo il meccanismo della profezia che si autoavvera, cominciamo ad agire gli scenari che ci stiamo immaginando. Tutto sembra confermare il timore di non passare l'esame!
...come affrontare tutto questo?

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QUALCHE PICCOLO SUGGERIMENTO PRATICO
Nella maggior parte dei casi, le difficoltà provate in prossimità di un esame non riguardano strettamente le capacità cognitive- apprendimento, intelligenza, memoria- bensì le strategie usate nello studio e nella performance.
Vediamo quindi alcune strategie per migliorare il rendimento:

  • Ridimensiona l’importanza dell’esame : che peso riveste nella tua carriera universitaria? Ci saranno ulteriori appelli? Contestualizza.
  • Organizzati nello studio:  stendi una "tabella di marcia", identifica le priorità, investi adeguatamente il tuo tempo.
  • Prenditi dei momenti di pausa rigenerante : non affaticarti inutilmente, altrimenti il tuo cervello sarà meno recettivo agli stimoli e potresti non apprendere adeguatamente, finendo per sprecare il tuo tempo.
  • Organizza un gruppo di studio: alterna i momenti di studio individuale al ripasso di gruppo, dividerete l'ansia e avrete modo di confrontarvi sul programma d'esame.
  • Sostituisci i pensieri negativi con affermazioni positive: al posto di "non ce la farò" inizia a dirti "posso farcela". Il pensiero positivo è energizzante.
  • Non ripassare all’ultimo momento: genera soltanto confusione e aumenta l'ansia, troverai sempre qualcosa che credi di non sapere.
  • Utilizza qualche tecnica di rilassamento: ti aiuterà a gestire meglio l'ansia.
  • Fatti accompagnare all’esame da un amico: ti aiuterà a distrarti e ad alleggerire l'ansia...ma non sceglierlo più ansioso di te!


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I DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO E LE MODALITÀ DI LAVORO: GESTIRE AL MEGLIO LE RISORSE
Non esiste un unico stile di apprendimento che sia efficace per tutti; conoscere quello che funziona meglio ci aiuterà ad impiegare al meglio le nostre risorse.

Possiamo raggruppare gli stili a seconda della componente sensoriale predominante: visiva, uditiva, sensoriale (modello VAK- visual, auditory, kinesthetic). 
  • Visiva:
    verbale: impari meglio leggendo? Utilizza appunti, stila elenchi, studia e leggi non a voce alta;
    non verbale: impari meglio guardando? Disegna tabelle, grafici, mappe, usa icolori, crea immagini mentali;
  • Uditiva:
    impari meglio ascoltando? Registra le lezioni e riascoltale, leggi a voce alta, ripeti a qualcuno;
  • Cinestesica:
    impari meglio facendo? Muoviti mentre studi, gesticola mentre ripeti.


Riflettiamo anche sulle modalità di lavoro: preferisci studiare da solo o in gruppo? In ogni caso, non trascurare le risorse che possono provenire dall'altra modalità.
  • se privilegi la modalità individuale, trova lo stesso il modo di confrontarti con le opinioni altrui; lavora in classe, affina le tue tecniche di ascolto.
  • se invece preferisci lavorare in gruppo, non tralasciare  la rielaborazione individuale di ciò che hai appreso; sintetizza ciò che hai studiato e metti a punto i tuoi propri strumenti di lavoro.

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PER CONCLUDERE...
Abbiamo fin qui presentato alcuni piccoli accorgimenti per gestire meglio l'ansia da esame, attraverso un miglior utilizzo di tempo e risorse.
Va comunque ricordato che quando l'ansia diviene troppa, ingestibile, paralizzante, potrebbe essere spia di un malessere ben più profondo dell'esame in sé. 
Pertanto in questi casi è opportuno chiedere aiuto e consultarsi con un professionista per contestualizzare questi segnali di allarme all'interno della propria storia di vita.

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"BEYOU2012" Settimana del Benessere Psicologico in Piemonte 12-17/11

5/11/2012

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Dal 12 al 17 novembre si terrà in Piemonte "BEYOU2012: settimana del benessere psicologico". Anche noi siamo presenti in elenco offrendo una consulenza gratuita presso il nostro Studio a chi lo farà richiesta.

...Diffondete l'iniziativa!

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