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PSICONEWS L'ansia da matematica riduce la capacità di comprendere spot salutistici

6/3/2014

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L'ansia da matematica inciderebbe negativamente sulla capacità di comprendere i messaggi veicolati da spot e campagne di tipo salutistico. 
Chi sperimenta un senso di incapacità verso il mondo dei numeri infatti ha la percezione di non non riuscire a comprendere tutto ciò che comporta un riferimento a dati statistici, come ad esempio dati mostrati sotto forma di grafici a barre.
Nello studio pubblicato dai ricercatori della Penn University Silk e Parrott sul Journal of Health Communication: International Perspectives, sono state studiate le reazioni di 323 persone di fronte a un messaggio sui rischi potenziali associati con gli alimenti geneticamente modificati.
Coloro ai quali veniva mostrato il messaggio in forma di grafico avevano maggiori difficoltà di comprensione rispetto a chi leggeva la comunicazione con dati percentuali. Secondo gli autori, una maggior comprensione di questi meccanismi può essere utile per realizzare comunicazioni più efficaci.

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Psiconews: italiani, popolo di lavoratori tecnostressati

17/7/2013

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Sono quasi 2 milioni i lavoratori colpiti in Italia da "tecnostress": insonnia, ansia, panico, mal di testa, mal di stomaco, pressione alta e problemi di memoria sono alcuni dei sintomi.
Ne parla  Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus,  nel suo lavoro 'Prevenzione tecnostress in azienda e sicurezza sul lavoro'.

Le categorie più a rischio sono:
  • networker (solitamente consulenti che usano almento 3 dispositivi mobili connessi per lavoro);
  • lavoratori Ict (Information and Communication Technology)
  • operatori di call center;
  • commercialisti;
  • giornalisti;
  • pubblicitari;
  • analisti finanziari.

Nella ricerca viene sottolineato come il fenomeno sia in aumento tra i commercialisti, categoria per cui il livello di stress cresce in concomitanza con nuove normative e l'incremento di software e applicazioni per la gestione dei carichi di lavoro.
Troppa tecnologia risente anche sui pubblicitari, spesso costantemente connessi con tablet e smartphone: se da un lato può aumentare la produttività, dall'altro rischia di condurre ad assuefazione, non essendoci mai un reale momento di pausa dall'attività lavorativa. Questo accade anche durante le ferie, ed è il motivo per cui i dati della ricerca sono stati presentati in luglio.

Come si può prevenire il fenomeno? Innanzitutto, formando i lavoratori sui possibili rischi. Altri spunti sono dati dalla bioarchitettura (per progettare ambienti di lavoro "rilassanti") e da tecniche di rilassamento.
Da segnalare anche la proposta di  "pausa digitale" obbligatoria, ideata da  Orazio Carabini, vicedirettore del settimanale 'L'Espresso'.




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Depressione post-partum: parlarne, comprenderla, affrontarla

4/6/2013

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Di depressione post-partum si parla relativamente poco, tranne quando giunge sulle prime pagina della cronaca per qualche tragedia familiare o nella rubrica degli spettacoli per le dichiarazioni di qualche attrice famosa.

La nascita di un figlio porta con sé sentimenti contrastanti: da un lato la gioia per una nuova vita, dall’altro il disorientamento per il corpo che in pochi mesi cambia più volte e per lo stravolgimento dei ritmi e delle abitudini di vita che comunque l’arrivo di un bambino comporta. Questa tempesta di emozioni, legata anche ai cambiamenti ormonali tipici di questa fase, porta la mamma ad avvertire sensazioni di malessere che facilmente sfociano in crisi di pianto senza motivi apparenti, cambiamenti di tono emotivo e sbalzi di umore. La situazione generalmente si ristabilisce in poche settimane, ma fondamentale è l’appoggio e l’ascolto su cui la il partner, ma anche la rete di relazioni di cui è parte possono fare la differenza, aiutandola a non sentirsi sola.

Si parla di maternity blues ( "tristezza post-partum") per definire una sindrome benigna transitoria che si manifesta nelle prime 48h dopo il parto, e che si risolve spontaneamente nell'arco di una settimana. Colpisce circa il 70% delle donne,e di queste un 20% può sviluppare una depressione maggiore entro un anno dal parto, perciò è importante identificarla e monitorarla.
Si manifesta generalmente con:
  • sentimenti di inadeguatezza a svolgere il ruolo di madre;
  • labilità emotiva, disforia premestruale, ansia;
  • insonnia e calo ponderale.


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La depressione post-partum esordisce generalmente dopo 3-4 settimane dal parto e la sintomatologia aumenta con manifestazioni cliniche verso il 4-5 mese. In media, colpisce il 20% delle donne entro un anno dal parto.


Le cause  sono molteplici e coinvolgono fattori:
  • ormonali;
  • fisici (stanchezza,...);
  • psicologici (scarsa autostima...); 
  • sociali (giovane età, inesperienza, scarso sostegno,...);
  • cognitivi (aspettative irrealistiche sull'essere madre, sul bambino,...).

I sintomi possono essere di tipo:

  • depressivo: labilità emotiva, deflessione dell'umore, sentimenti di inadeguatezza, sentimenti di colpa, irritatibilità;
  • ansioso: ansia, stati di allarme, ansia fisica;
  • neurovegetativo:alterazioni del sonno,alterazioni dell'appetito,perdita di interesse in ciò che si fa;
  • relazionale madre-bambino: avvertire il bambino come "un peso",non riuscire a provare emozioni nei suoi riguardi, avere avversione, non voler restare con lui,sentirsi incapace, mancanza di concentrazione nei compiti di accudimento.

Prevenire e intervenire

Vi ricordiamo che parleremo di depressione post-partum il 17 giugno nel prossimo incontro di Io mamma
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È importante ricordare che una depressione post-partum non curata tende a cronicizzare, diminuendo nella madre le capacità di accudimento corretto e impedendo lo sviluppo di una relazione armonica con il nascituro. 
In un'ottica preventiva, aldilà delle cause fisiologiche che possono predisporre la donna , è possibile adottare delle strategie utili sul piano psicologico.
Ad esempio, per la neomamma può essere utile:
  • limitare i visitatori nei giorni del rientro a casa dopo il parto;
  • dormire nelle stesse ore in cui dorme il neonato;
  • seguire una dieta equilibrata che eviti eccessi e l'assunzione di bevande eccitanti;
  • sentirsi legittimate a chiedere aiuto;
  • rafforzare il legame con partner e figure di sostegno;
  • mantenere un atteggiamento realistico su di sè, sul bambino e sul contesto.



Partner e familiari possono dimostrare il loro sostegno alleviando gli impegni della neomamma per es. aiutando nei lavori domestici e in generale offrendo ascolto e supporto, senza sfociare nell'invadenza.


Quando i sintomi diventano allarmanti, persistono da più di due settimane, si manifestano più volte nell'arco della giornata e si ha la sensazione di poter fare del male a se stesse o al bambino, è importante rivolgersi a uno specialista.

A seconda del tipo e della gravità dei sintomi, le cure possono consistere:
  • in una psicoterapia;
  • nella partecipazione a gruppi terapeutici di donne che stanno vivendo la stessa sintomatologia;
  • nella prescrizione di farmaci ansiolitici e antidepressivi (sotto stretto controllo medico)

[Dati Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna]
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Psiconews: crisi economica e nuovi scenari, in aumento lo stress lavoro correlato

24/5/2013

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Complice il momento di crisi economica e lavorativa che il nostro Paese sta attraversando, si riscontra un aumento del livello di stress lavoro correlato, cioè la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorative eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste (definizione dell' European Agency for Safety and Health at Work).

Si discuterà di questo fenomeno in occasione del Convegno di Studi del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, il 30 maggio a Roma.
Riportiamo le dichiarazioni del Presidente, Dott.  Luigi Giuseppe Palma:

“I nuovi scenari del mondo del lavoro – imposti dalla crisi economica –rendono il tema della salute e del benessere nei luoghi lavoro un problema di sempre più grande rilevanza sociale che vede protagonista l’individuo in un contesto, come quello lavorativo, spesso causa, tra le altre, di disagi, di sensazioni di inadeguatezza, di timori legati a cambiamenti e ad innovazioni o all’ intensificarsi dei ritmi di lavoro”.
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Ricordiamo che il Decreto Legislativo del 9 aprile 2008 n.81, in materia di protezione dei lavoratori dai rischi obbliga il Datore di Lavoro a tutelare la sicurezza dei lavoratori anche per quanto riguarda lo stress lavoro-correlato, attraverso una valutazione (V-SLC). Tale valutazione non è di esclusiva competenza dello psicologo, basandosi su competenze che possono essere considerate trasversali a più personalità. Allo stesso tempo però, per l'utilizzo di strumenti psicodiagnostici propriamente detti, occorre necessariamente essere iscritti alla sezione A dell'Albo degli Psicologi e possedere quindi il titolo professionale di Psicologo. 

Per ulteriori informazioni e consulenze riguardo alla V-SLC, potete contattarci (rif. dott.ssa Starnotti).


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Parliamo di EMDR: che cos'è, a cosa serve, come funziona

15/4/2013

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L'EMDR - Eye Movement Desensitazion and Reprocessing (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari)- è un approccio complesso e strutturato volto al trattamento delle esperienze di vita disturbanti e traumatiche.
L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità (Shapiro, 2003
EMDR. Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari  , Ed. Astrolabio). Può essere inoltre utilizzato per alleviare i malesseri psicosomatici e l'ansia da prestazione; per rafforzare il senso di auto-efficacia in campo lavorativo, sportivo e performativo in generale.
La complessità di questo metodo fa sì che possa essere integrato all'interno del percorso psicoterapeutico, anche tra i diversi orientamenti c'è ormai un sostanziale riconoscimento della sua efficacia.
L'EMDR considera la patologia come un'informazione immagazzinata in modo non funzionale e si basa sull’ipotesi che ci sia una componente fisiologica in ogni disturbo o disagio psicologico. Quando avviene un evento ”traumatico” viene disturbato l’equilibrio eccitatorio/inibitorio  necessario per l’elaborazione dell’informazione, che rimane perciò "congelata" e inelaborata, dando origine a patologie e disturbi psicologici.

UN PO' DI STORIA
Come nelle più illustri scoperte scientifiche, è stato un episodio casuale a segnare l'inizio del metodo EMDR. Nel 1987, la psicologa Francine Shapiro scoprì che i suoi movimenti oculari volontari riducevano l'intensità di pensieri negativi disturbanti.  Da queste considerazioni la dr.ssa Shapiro svolse degli studi volti ad esaminare l'efficacia dell'EMDR nel trattamento di reduci del Vietnam traumatizzati, e di vittime di aggressioni sessuali: l'EMDR riduceva notevolmente i sintomi dei loro disturbi da stress post-traumatico (PTSD).
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COME FUNZIONA
Durante l'EMDR, il terapeuta individua con il paziente uno specifico trauma/evento disturbante. Attraverso un protocollo strutturato, viene richiesto al paziente di descrivere l'evento, focalizzandosi su un'immagine significativa. Il terapeuta guida il paziente nella descrizione dell’evento o dell’aspetto disfunzionale, chiedendo una descrizione gli elementi disturbanti importanti. Viene chiesto al paziente quali pensieri e convinzioni ha mentre richiama l’aspetto peggiore o più disturbante dell’evento. Il terapeuta aiuta l’elaborazione mediante movimenti guidati degli occhi, o altre stimolazioni bilaterali degli emisferi cerebrali.
Durante i set stimolazioni bilaterali, il paziente rivive vari elementi del ricordo iniziale o di altri ricordi. Il terapeuta interrompe i set ad intervalli regolari, per accertarsi che il paziente stia elaborando adeguatamente da solo. L’obiettivo è l’elaborazione rapida delle informazioni relative all'esperienza negativa da parte del paziente, fino ad una sua risoluzione adattiva.
Durante le sedute di EMDR il paziente può vivere emozioni intense, ma al termine della seduta, la maggior parte delle persone riferisce una notevole riduzione nel livello di disturbo associato all’esperienza traumatica. Questo è dovuto ad una riduzione della sintomatologia, ad un cambiamento delle convinzioni del paziente da vecchie negative nuove positive, ed alla prospettiva di una funzionalità ottimale.

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PER CONCLUDERE...
L'EMDR può collocarsi all'interno di un percorso terapeutico più ampio, come approfondimento di una certa tematica, o da solo come trattamento specifico.
Questo metodo ha un approccio globale, dal momento che si rivolge all'evento passato, al disturbo presente e ai pensieri desiderati per il futuro.
Durante l'EMDR il paziente rimane cosciente: non siamo quindi di fronte a una tecnica di ipnosi; non ci sono controindicazioni particolari: può essere fatto da chiunque sia in grado di affrontare un percorso psicoterapeutico.
Le esperienze traumatiche in cui si rivela efficace sono ad esempio:
-traumi subiti nell'età dello sviluppo;
-eventi stressanti nell'ambito delle esperienze comuni (lutti, malattie, crisi lavorative, difficoltà coniugali...)
-eventi stressanti al di fuori delle comuni esperienze umane come disastri naturali (terremoti, inondazioni...) o provocati dall'uomo (incidenti gravi, violenze, torture...)



Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento per un trattamento EMDR presso il nostro Studio, visitate la nostra sezione Contatti.



Su YouTube è possibile visionare alcuni filmati, ve ne proponiamo due a livello esemplificativo.
Il primo - in inglese- è a cura dell'APA (American Psychological Association), e vede all'opera la Dr.ssa Francine Shapiro:


Il secondo video è un intervento televisivo dellla Dr.ssa  Bruna Maccarone, che parla del metodo evidenziandone caratteristiche ed efficacia:
Per una trattazione completa e ulteriori approfondimenti rinviamo al sito ufficiale di EMDR Italia.
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RilassaMente: modalità e tariffe

20/2/2013

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Ricordiamo le modalità di svolgimento degli incontri RilassaMente:
 
La frequenza degli incontri è libera.
Si può scegliere se aderire alle sessioni di gruppo, o fissare un appuntamento per una sessione individuale.
 
È possibile prenotarsi e richiedere ulteriori informazioni:
utilizzando il form presente in questa pagina
inviando una mail a studiopsicologia.ls@gmail.com indicando un proprio recapito
telefonando alla dott.ssa Gabriella Starnotti al numero 3457001550

>>> L'accettazione è subordinata al numero di iscritti, e verrà tempestivamente comunicata. <<<
 
 
 
modalità gruppale
Prossimo incontro: lunedì 11/03/13 h 18:00-19:00
Le prenotazioni devono avvenire entro e non oltre il 06/03/13
***
La tariffa è di 20 € / persona, con possibilità di sottoscrivere pacchetti promozionali per i successivi incontri.
A ogni partecipante sarà offerta la possibilità di usufruire di un colloquio di consultazione psicologica in Studio.
***
NB A seconda del numero di aderenti, il gruppo potrebbe tenersi in una sala in zona Porta Nuova, facilmente raggiungibile con i mezzi.


modalità individuale
Le sessioni individuali si tengono su appuntamento, genericamente il  lunedì, presso lo Studio.
***
La tariffa è di 25 €/persona.
È possibile sottoscrivere un pacchetto comprensivo di 3 sessioni individuali + 1 seduta di consultazione psicologica al prezzo di 65 €
***
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