L'intervista è riascoltabile sul sito della radio cliccando QUI o all'indirizzo http://radionumberone.it/replay/il-club-degli-ambasciatori-replay/dottoressa-gabriella-starnotti-sui-raggiri-agli-anziani.
Ieri (29/10) la Dott.ssa Gabriella Starnotti è stata intervistata telefonicamente dall'emittente Radio Number One sul tema dei raggiri agli anziani. Nel corso della diretta si è parlato della nostra iniziativa "AutoDifesa Anziani".
L'intervista è riascoltabile sul sito della radio cliccando QUI o all'indirizzo http://radionumberone.it/replay/il-club-degli-ambasciatori-replay/dottoressa-gabriella-starnotti-sui-raggiri-agli-anziani.
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![]() Torna AutoDifesa Anziani, il laboratorio per imparare a riconoscere e a difendersi da truffe e raggiri. Gli incontri attualmente in calendario al momento sono due e si terranno entrambi presso il nostro Studio in Corso Duca degli Abruzzi 42 a Torino. Prossimi appuntamenti: martedì 4 novembre h. 17:00-19:00 lunedì 17 novembre h 17:00-19:00 Costo di partecipazione: 8 euro a persona a incontro (La partecipazione è soggetta al numero degli iscritti e verrà confermata entro due giorni dalla data scelta.) Per prenotazioni e informazioni telefonare al numero 3457001550 (Dott.ssa G. Starnotti) o inviare una mail QUI. Evento Facebook Scarica la locandina: ![]()
Nato nello Yorkshire nel 1898, ebbe un’infanzia difficile, segnata da genitori poco propensi a mostrare affetto verso i figli. Cagionevole di salute fin da piccolo, spesso fingeva altri disturbi, soprattutto per attirare l’attenzione del padre, un uomo burbero e scontroso anche con i suoi 7 figli. Durante la sua infanzia, Christie frequenta i Boy Scout ed il coro della chiesa e ad 11 anni vince una borsa di studio per la scuola secondaria, dove eccelle in matematica. Timido e introverso, a 15 anni lascia la scuola, trovando lavoro nella Vigilanza Urbana di Halifax dalla quale ben presto viene licenziato per un piccolo furto. Il padre lo prende quindi a lavorare nella sua fabbrica di tappeti, ma anche qui viene sorpreso a rubare. In seguito a questo scandalo, il padre lo caccia di casa, rovinando definitivamente la sua salute psicologica. Infatti nel 1915 viene arruolato per la I Guerra Mondiale, ma già si mostra un ipocondriaco che ama parlare solo delle sue presunte malattie. Mentre presta servizio come soldato di fanteria , viene apparentemente ferito in un attacco di gas, in seguito al quale mostrò di essere rimasto cieco per 5 mesi e di aver subito per tre anni e mezzo una perdita isterica della voce. Secondo lui ciò lo rese anche definitivamente incapace di parlare ad alta voce. Nel 1920 conobbe e sposò la moglie Ethel, da cui non ebbe figli, e questo sembrò potesse cambiare in meglio la vita di Christie. Ma la vita matrimoniale entrò presto in crisi: considerato impotente da parenti e conoscenti fino dall'adolescenza, per più di due anni non ebbe rapporti sessuali con la moglie, a probabile conferma della sua impotenza e del suo complesso di inferiorità nei confronti delle donne. Anche in seguito non ebbe comunque mai rapporti sessuali regolari con la moglie. Nel 1923 Christie e la moglie ebbero una serie di violenti litigi, in seguito ai quali vissero separati per un po' di tempo. In questo periodo Christie trovò e perse numerosi lavori, sempre per la sua abitudine di commettere furti sul luogo di lavoro: impiegato per un breve periodo all'ufficio postale, dovette scontare sette mesi di prigione per aver rubato assegni e denaro inviati per posta. Rilasciato, venne di nuovo arrestato per aggressione (aveva colpito una donna alla testa con una mazza da cricket) e al suo rilascio la moglie, impietosita, tornò a vivere con lui. ![]() Nel 1934 Christie fu investito da un'auto riportando tra le altre, anche gravi ferite alla testa. È però nel 1938 che Christie e sua moglie si trasferirono in un appartamento di Rillington Place, a Londra, che diventerà il teatro di molti omicidi. L’anno successivo Christie entra nella Milizia Territoriale e si guadagna la fama di prepotente, facendo sfoggio di potere e di autorità nei confronti dei cittadini che punisce per piccole infrazioni durante gli oscuramenti. Proprio in questo periodo, durante un'assenza della moglie in visita a dei parenti, attirò in casa e strangolò Ruth Fuerst , la prostituta di origine austriaca che sembra esser stata la sua prima vittima. Con lei Christie iniziò a mostrare il rituale omicida che da allora lo contraddistinse: dopo aver fatto ubriacare la donna, la convinse a fare un suffumigio aspirando vapori balsamici da un vaporizzatore di sua invenzione che doveva curare raffreddore e mal di gola; l'apparecchio era però collegato al tubo del gas, cosicché la vittima aspirava senza rendersene conto anche il gas, il cui odore era nascosto dal forte odore della canfora e delle resine usate per il suffumigio. Dopo che la vittima aveva perduto i sensi, Christie la strangolava e ne violentava il cadavere. Ruth Fuerst fu sepolta in giardino, e nel 1943 stessa sorte toccò a Muriel Eddy, una impiegata della fabbrica di radio dove anche Christie aveva trovato lavoro dopo essersi congedato. Muriel si era fermata nell'appartamento di C. mentre sua moglie era assente e aveva detto di sentirsi poco bene: il suo ospite per "curarla" le fece inalare un gas letale. Così Eddy raggiunse Ruth Fuerst nel giardino. ![]() Nel 1949 Timothy Evans, uno psicolabile con turbe psichiche, prese in affitto il piano superiore dell'abitazione al n. 10 di Rillington Place con la moglie e la figlioletta di due anni, Geraldine. La dinamica dell'accaduto non è mai stata del tutto chiarita, comunque Christie, approfittando dell'assenza del marito, uccise anche la signora Evans e Geraldine, nascondendone i corpi nel lavatoio dell'edificio e convincendo Evans che la colpa degli omicidi sarebbe ricaduta su di lui. Terrorizzato, Evans perse la testa: sparì per un periodo, poi ricomparve per recarsi dalla polizia ad autoaccusarsi. Durante la perquisizione, la Polizia trovò il cadavere di Beryl Evans in un capanno dietro la casa, insieme alla sua bambina Geraldine, strangolata. Con il ritrovamento dei corpi, Evans dapprima confermò di aver ucciso sia la moglie sia la figlia, in seguito cambiò la sua versione e accusò Christie. Nella seconda dichiarazione giurata il camionista asserì che la moglie era morta durante un aborto praticato da Christie , dopo il quale questi si era offerto di concordare un' "adozione non ufficiale" della piccola Geraldine. Confuso, con un linguaggio molto limitato e quasi incomprensibile, Evans non fu creduto, anche grazie alla testimonianza di Christie che riferì di continue e violente liti tra lui e la moglie. La giuria scelse invece di credere a Christie , descritto in tribunale dalla pubblica accusa come "un uomo assolutamente innocente". Ritenuto colpevole, Evans venne condannato a morte ed impiccato. In una notte di dicembre del 1952, Christie strangolò la moglie con una calza da donna ed incastrò il corpo sotto le assi del pavimento, dichiarando in seguito che era stata colta da convulsioni e che egli "non poteva sopportare di vederla soffrire". I motivi che lo spinsero ad uccidere la moglie, suo unico punto di riferimento, non furono mai del tutto chiariti. Eliminato il fastidio rappresentato dalla presenza in casa della moglie, il piano omicida di Christie si intensifica e la lista dei suoi delitti si allunga nel 1953, quando, in una note di gennaio, si portò a casa Rita Nelson, una prostituta di Londra, la fece bere fino a stordirla ed a farle respirare il gas. Quando la Nelson perse i sensi, Christie la strangolò e violentò il cadavere prima di nasconderlo in un armadio. Ripetè lo stesso rituale pochi giorni dopo con la prostituta Kathleen Maloney, e con Hectorina McLennan. ![]() Poco dopo Christie, ormai in condizioni psichiche molto precarie, lasciò l’abitazione di Rillington Place, vagando per Londra senza meta. I nuovi inquilini cominciano a rinnovare i locali e trovarono un armadio, nascosto da uno strato di carta da parati, con dentro 3 cadaveri di donna. La polizia, chiamata nel frattempo, trovò subito sotto il pavimento il corpo della moglie e riesumò in giardino le prime due vittime di Christie. Nell'appartamento fu rinvenuta una scatola di latta contenente dei peli pubici prelevati da quattro donne diverse (che però non appartenevano a nessuna delle vittime accertate di Christie). La mattina del 31 marzo Christie venne riconosciuto da un poliziotto mentre vagava sul lungo Tamigi ed arrestato; interrogato, egli confessò tutti gli omicidi tranne quelli della signora Evans e della piccola Geraldine, ammettendo inoltre di aver violentato i 5 cadaveri subito dopo la morte (come del resto testimoniavano le tracce di sperma rinvenute sui corpi). Come sostenuto dal Dr. Francis Camp (il patologo che esaminò i cadaveri), Christie era arrivato ad un punto in cui non riusciva ad avere rapporti con una donna a meno che questa non fosse totalmente priva di conoscenza (patologia piuttosto diffusa in soggetti che, come Christie, soffrono di violenti complessi di inferiorità e di inadeguatezza nei confronti dell'altro sesso, spesso accompagnati da una abnorme "ansia da prestazione") e da questo alla necrofilia il passo era stato molto breve. Fortemente influenzato dal clima severo, rigoroso e privo di affetto della sua infanzia, dall'esser stato costretto a vegliare il cadavere del nonno all'età di 8 anni (evento di cui aveva conservato un ricordo molto forte) e da una personalità che si può definire inadeguata, Christie era un serial killer solo parzialmente organizzato, tanto che l'aumentare della pressione psicologica dovuta ai suoi crimini lo aveva portato alla rottura del suo equilibrio, ad una fase di disorganizzazione e confusione mentale. Malgrado i tentativi dell'imputato e del suo difensore di invocare l'infermità mentale, Christie venne giudicato sano di mente e impiccato il 15 luglio 1953. In una inchiesta ufficiale condotta nel 1965-66, il giudice Sir Daniel Brabin stabilì che Evans era stato giustiziato pur essendo innocente, e per questo gli venne concessa la grazia postuma. . L'erronea condanna di Timothy Evans e la sua esecuzione colpirono fortemente l'opinione pubblica britannica, ed è anche in seguito a questa vicenda che la pena di morte per omicidio venne prima sospesa e poi abolita in Gran Bretagna: Evans è stato infatti uno degli ultimi condannati ad essere giustiziato nel Regno Unito. La storia di Christie è stata portata sugli schermi in un film del 1971, “ 10 Rillington place” , interpretato da Richard Attenborough . [ a cura di G. Starnotti]
Può capitare che una coppia giunga a richiedere una terapia nutrendo delle aspettative erronee su ciò che accadrà; vediamone alcune. “Il terapeuta aggiusterà tutto, vedrai!” Come un essere mitologico a metà strada tra divinità e supereroe, lo psicoterapeuta è investito di un ruolo riparativo assoluto, in cui i partner dovrebbero assistere passivamente. In realtà, nessun cambiamento è possibile senza un investimento emotivo da parte della coppia, attrice principale del processo. “Finalmente qualcuno darà ragione a me, e torto a te!” La conta dei torti e delle ragioni non è oggetto della terapia di coppia, semplicemente perché si tratta di un contesto non giudicante. Se una persona si sente ferita da qualcosa che il partner ha fatto, se ne discute insieme e si cerca di capire cosa ha fatto sentire come chi. I verdetti e le pene vengono assegnate nei tribunali, non dai terapeuti. “Il terapeuta cambierà il/la mio/a partner, e sarà come dico io!” La terapia non avviene all’interno di un concessionario automobilistico (tutt’al più, nel portone di fianco o al piano di sopra), quindi non è il luogo dove cambiare il partner con il modello successivo. A cambiare è la relazione, e questo non può avvenire senza un cambiamento che coinvolga entrambi. “Anche se lo/la sto tradendo, al terapeuta non deve interessare!” Questa affermazione non è totalmente errata, nel senso che non sta al terapeuta esprimere atteggiamenti morali sulle infedeltà. Il problema invece è che, in presenza di una terza persona, viene a cadere l’intero impianto della terapia. Una relazione parallela significa che uno dei due non ha motivazione per continuare il lavoro, perciò è inutile prendersi in giro tutti quanti e impiegare tempo (e denaro) per un qualcosa che si sa già di non volere. Come per ogni terapia, la cosa migliore è confrontarsi con il terapeuta sugli eventuali dubbi e perplessità, così da evitare malintesi e fraintendimenti. Sarà compito del professionista indicare la strada più opportuna. [ a cura di C. Laria]
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