Psicologia, Psicoterapia e Counseling 
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Speciale fino al 30/04: consulenza telefonica gratuita

11/4/2014

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“…Quando rivolgersi allo psicologo?”
“ Quante volte devo andarci?”
“ Psicologo e psichiatra sono la stessa cosa? ”


Domande come queste sono molto diffuse tra chi sta valutando l’opportunità di un percorso psicologico o si sta domandando se possa essere d’aiuto per un proprio caro.
Per questo abbiamo pensato di attivare un servizio informativo telefonico gratuito (la telefonata avrà il costo applicato dal proprio gestore telefonico).


Il numero da chiamare è 3457001550 (dott.ssa Starnotti)
il mercoledì e il venerdì, dalle ore 17  alle ore 18
Durata massima della telefonata: 15 minuti

Iniziativa valida fino al 30/04

NB la consulenza ha carattere orientativo. Non sarà pertanto possibile richiedere interventi o valutazioni di tipo diagnostico.

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PSICONEWS L'ansia da matematica riduce la capacità di comprendere spot salutistici

6/3/2014

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L'ansia da matematica inciderebbe negativamente sulla capacità di comprendere i messaggi veicolati da spot e campagne di tipo salutistico. 
Chi sperimenta un senso di incapacità verso il mondo dei numeri infatti ha la percezione di non non riuscire a comprendere tutto ciò che comporta un riferimento a dati statistici, come ad esempio dati mostrati sotto forma di grafici a barre.
Nello studio pubblicato dai ricercatori della Penn University Silk e Parrott sul Journal of Health Communication: International Perspectives, sono state studiate le reazioni di 323 persone di fronte a un messaggio sui rischi potenziali associati con gli alimenti geneticamente modificati.
Coloro ai quali veniva mostrato il messaggio in forma di grafico avevano maggiori difficoltà di comprensione rispetto a chi leggeva la comunicazione con dati percentuali. Secondo gli autori, una maggior comprensione di questi meccanismi può essere utile per realizzare comunicazioni più efficaci.

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PSICONEWS: I rischi della solitudine nell'anziano

18/2/2014

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Un anziano in condizione di estremo isolamento ha il 14% di probabilità in più di morire prematuramente.A sostenerlo, lo psicologo John Cacioppo nel corso dell'annuale meeting dell'American Association for the Advancement of Science.
L'impatto della solitudine sul rischio di morire prima del tempo è simile a quello causato da condizioni socio-economiche svantaggiate (+19% ), ed è quasi doppia rispetto al rischio causato da obesità.
"A livello demografico - dichiara Cacioppo - stiamo vivendo uno 'tsunami d'argento': la generazione dei baby-boomers si sta avvicinando all'età della pensione. E si calcola che, al 2011 al 2030, ogni giorno in media 10 mila persone nel mondo compiranno 65 anni."
Per cercare di contrastare la solitudine può essere utile tenersi in contatto con ex colleghi di lavoro e frequentare parenti e amici. Inoltre,trasferirsi in una località più tranquilla e dal clima mite non sempre è una cosa positiva, se questo significa perdere i contatti con le persone significative.

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PSICONEWS Le conseguenze negative del bullismo cronico

17/2/2014

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I bambini vittime di bullismo nel tempo rischiano di andare incontro a conseguenze negative, fisiche e mentali.Uno nuovo studio condotto dal gruppo coordinato da Laura Bogart  (Boston, USA) ha esaminato gli effetti di diverse storie di bullismo sulla salute mentale e fisica. I dati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics. 
La ricerca ha coinvolto 4297 bambini divisi in quattro categorie: vittime di bullismo nel passato e nel presente, vittime solo nel presente o solo nel passato e infine coloro che non erano mai stati colpiti.
I risultati hanno mostrato che il bullismo si associa a peggioramenti della salute mentale e fisica, sintomi depressivi e bassa autostima nel tempo. Gli effetti erano più marcati negli appartenenti alla prime due categorie, cioè le vittime di bullismo "cronico" e "in corso".
Questo ci indica come sia importante fare prevenzione e intervenire per contrastare il fenomeno.


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PSICONEWS Influenze genitoriali nelle relazioni affettive

11/2/2014

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In psicologia sappiamo già da tempo quanta importanza rivestano le relazioni genitoriali sul futuro affettivo dell'individuo.
A ribadirlo, un nuovo studio condotto da  Matt Johnson e Nancy Galambos (Università di Alberta) pubblicato su Journal of Marriage and Family e che ha visto coinvolti 2970 individui, intervistati dall'adolescenza alla giovane vita adulta (12-32 anni). Si è osservato che quanto più le relazioni genitori-figlio erano di buona qualità e fonte di autostima, tanto più le prime relazioni sentimentali erano positive.
I risultati hanno indicato anche come nelle prime relazioni sentimentali si tenda a replicare quanto vissuto nelle interazioni genitoriali: "Non lasciate che i difetti dei rapporti che avete avuto con i vostri genitori in passato rovinino le vostre relazioni romantiche attuali. (...) Comprendere in che modo riproduciamo le relazioni familiari in quelle di coppia potrebbe essere importante per riconoscere le tendenze a replicare gli errori ed evitare di farlo.", affermano i ricercatori.

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Autodifesa per anziani vittime di truffe e raggiri. Evento a Torino

4/2/2014

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Il progressivo aumento della popolazione anziana provoca una serie di ripercussioni non solo per ciò che riguarda le patologie legate all’invecchiamento ma anche per le problematiche sociali. 
Nell’attuale società gli anziani spesso vivono da soli, in condizioni di solitudine e di isolamento, con poche occasioni di aggregazione sociale e di relazioni interpersonali. Se questo da una parte comporta la sensibilità dell’anziano alle occasioni di contatto sociale, da cui sentirsi gratificato per l’attenzione che gli viene dimostrata, dall’altro costituisce la possibilità di approfittare di questa sua “fragilità emotiva” da parte di malintenzionati ben organizzati che sfruttano proprio questi punti di debolezza per mettere in atto truffe e raggiri.

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Queste azioni non arrecano solamente un danno di tipo economico, ma diventano estremamente pericolose per l’integrità emotiva dell’anziano, spesso derubato del denaro ma soprattutto di oggetti che racchiudono i ricordi di una vita. L’anziano si sente inadeguato, non più capace di difendere la propria casa, i propri averi, i propri ricordi; teme di venir considerato un “vecchio inutile e sciocco” che non è stato in grado di riconoscere dei truffatori. Talvolta neanche confessa di essere stato vittima di un imbroglio proprio per evitare di venire giudicato un incapace , con il rischio di chiudersi sempre di più e di isolarsi.

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Per il benessere delle persone anziane si rendono quindi necessarie azioni di promozione delle fragilità ed in particolare, nei casi di truffe e di raggiri, si avverte l’esigenza di un intervento di “educazione dell’anziano”, attraverso un percorso che lo conduca alla consapevolezza dei pericoli e dei comportamenti da evitare, in una sorta di “addestramento” alla difesa, o meglio, all’autodifesa rispetto certi rischi. In un'ottica non solo preventiva, è importante anche agire sul "contenimento" degli eventuali contraccolpi psicologici di chi è già stato vittima.

L'EVENTO ALLA BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE DI TORINO
Il percorso si articolerà in una serie di 2 incontri di un'ora ciascuno  in cui verranno illustrate le più comuni tecniche di raggiro; verrà poi stimolata la discussione di gruppo  e si proporranno simulazioni anche attraverso il role playing, allo scopo di familiarizzare con certe situazioni e poterle facilmente riconoscere.
Si affronteranno anche i temi relativi alle conseguenze psicologiche che possono ripercuotersi sulle vittime di truffa, in modo da portare a conoscenza degli utenti l’assoluta normalità di alcune reazioni e da aiutarli a superare e contenere, nel caso siano già state vittime di tali reati, le ripercussioni psicologiche. 

BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE  Via Cittadella 5, TORINO
presentazione a cura di Gabriella Starnotti
10 e 17 FEBBRAIO (lunedì)
dalle  17:00 alle 18:30
PARTECIPAZIONE GRATUITA

Per informazioni tel. (+39) 0114429812/4429813 (Biblioteca)
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Psicologia e musica: tra miti sfatati e curiosità

31/1/2014

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La musica accompagna la nostra esistenza ancora prima di nascere, già in fase embrionale. 
Molti studi riguardano gli effetti dell'ascolto di musica classica sulle performance cognitive. Ad esempio,  Frances Rauscher e Gordon Shaw nel   hanno rilevato che l'ascolto di Mozart, in particolare della Sonata K448 per due pianoforti sarebbe in grado di indurre un breve scatto di intelligenza ben percepibile attraverso test psicologici. Ad esempio, aumenterebbe il rendimento agli esami universitari.
Questo fenomeno, detto Effetto Mozart, non è stato però validato scientificamente. Nel dicembre 2013 uno studio a cura di  Elizabeth Spelke e colleghi della Harvard University di Boston "sfata" questo mito.

Pater J. Pentfrow e Samuel D. Gosling hanno invece studiato la correlazione tra stili musicali e personalità, riscontrando però in seguito che gli "stereotipi" legati all'ascolto di determinati generi  non rispondeva alla descrizione che i soggetti davano di se stessi. Il "dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei" non sembra pertanto avere una risposta così univoca.
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È  esperienza comune che la musica produca emozioni con effetti fisiologici: ci sono brani che ci rilassano e altri che ci ricaricano.
Diversi studi dimostrano che la frequenza cardiaca e il ritmo del respiro possono subire modifiche a seconda del tipo di musica ascoltato: aumentano con brani movimentati e gioiosi, diminuiscono con quelli tristi e lenti.
La musica sembra anche influire sulla secrezione del cortisolo, ormone legato allo stress.
Un'ultima curiosità: mangiare con un sottofondo molto ritmato può rallentare la digestione, mentre con i lenti si otterebbe l'efffeto contrario.

[Per approfondimenti: Schon D., Avira-Kabiri L., Vecchi T.  "Psicologia della musica" , Ed. Carocci, 2007]


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PSICONEWS: L'impulsività possibile causa della dipendenza da cibo

28/1/2014

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Una ricerca dell' Università della Georgia, pubblicata sulla rivista Appetite ha individuato l'impulsività come possibile causa della dipendenza da cibo e dalla conseguente obesità.
Il meccanismo sarebbe simile a quello che scatta in altri tipi di dipendenze come quelle da alcool, dalle droghe o dalla nicotina.
Lo studio ha coinvolto 233 persone, riscontrando che non sempre l'impulsività era correlata all'obesità ma che poteva portare a sviluppare una dipendenza da cibo, "forza trainante per lo sviluppo di sovrappeso e obesità" come spiega 
James MacKillop. "Sappiamo ormai che droghe e alcol 'cooptano' alcune aree del cervello che rilasciano dopamina e creano un senso di felicità e soddisfazione. La cosa su cui ora dobbiamo lavorare e' che anche alcuni cibi attivano gli stessi circuiti del cervello gettando le basi per una dipendenza".

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Il bambino disabile e il ruolo della famiglia: l'importanza di valorizzare risorse e abilità residue

17/1/2014

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L’arrivo di un bambino, in una famiglia, comporta sempre la necessità di riorganizzazione, di adattamento, di ristrutturazioni materiali, psicologiche e sociali; cambiano i ritmi, gli spazi fisici, la routine, il senso d’identità dei genitori e della coppia.
Se però il bambino presenta delle problematiche, delle difficoltà nello sviluppo cognitivo, dei disturbi che influenzano la sua crescita, il contesto familiare si trova ad affrontare una situazione ancora più complessa. L’impegno nella cura del piccolo è percepito come particolarmente pressante e, alla prima reazione di disperazione e di difficoltà nell’accettare la situazione,  presto si aggiungono l’ansia di non sapere come comportarsi nei suoi confronti, la colpevolizzazione,  la paura di sbagliare negli interventi ed un senso di frustrazione  per non riuscire a raggiungere i risultati sperati. La riorganizzazione delle dinamiche familiari diviene quindi complicata, condizionata dal trauma della nascita di un bambino “diverso”.  In questa prospettiva, in cui si considera solo “ciò che non ha”, spesso si tende a perdere di vista il fatto che il bambino con difficoltà cognitive, il bambino che presenta una disabilità o un ritardo conserva tuttavia delle abilità e delle potenzialità che vanno valorizzate e potenziate. Occorre quindi guardare avanti e considerare che egli ha un proprio personalissimo piano di sviluppo, con tempistiche e modalità da ritagliare sulle sue caratteristiche, evitando di “fare confronti” con qualcuno se non con lui stesso: ogni piccolo progresso sarà una grande conquista, un passo avanti in più rispetto a ieri nella dimensione della sua autonomia.

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Il nostro progetto di valutazione e consulenza alle famiglie

I nostri interventi sono condotti secondo il paradigma di quella psicologia positiva che considera unica ogni persona, e come tale protagonista di una storia personalissima.  Disagi, dubbi, difficoltà che immancabilmente si presentano nella vita di ciascuno devono quindi essere affrontati con un approccio specifico ed individualizzato, perché ogni persona è diversa. Aiutare qualcuno a “crescere”, educarlo a sviluppare le sue risorse è un impegno difficile da affrontare, ma tanto più efficace quanto più si punterà a valorizzare quelle abilità che, in misura maggiore o minore, ognuno possiede. In quest’ottica diviene naturale  interpretare la possibilità di educare qualsiasi bambino, sia pure disabile, perché ogni bambino è diverso e necessita di essere accompagnato nella sua personalissima strada, agendo sulle capacità che egli manifesta. 

E se è vero che l’educazione del bambino disabile richiede un costante e cosciente intervento della famiglia, è vero anche che qualsiasi bambino lo richiede. La chiave della crescita sta nel rispetto delle caratteristiche individuali che ogni nuovo arrivato possiede.
Per approfondimenti sull'iniziativa, visitare questa pagina
>>Consulenza alle famiglie per la valutazione e il potenziamento delle risorse nei bambini disabili



[ a cura di G. Starnotti]


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Quando i bambini altrui sono "insopportabili"

3/1/2014

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La feste stanno volgendo al termine, e per molti sono state occasione di venire a contatto con i bambini di parenti e amici. In queste situazioni può capitare anche al più permissivo e tollerante dei genitori di sentirsi estremamente irritabile nei confronti della prole altrui. Così il figlio della cugina da fastidio perché è viziato, la bambina del collega è antipatica, il nipotino è capriccioso...e si rischia di perdere la pazienza.
Siamo perciò di fronte a uno "sdoppiamento", con dei genitori double-face? No, e vediamo meglio perché.
La presenza dei figli altrui funziona come uno specchio, che può mettere in luce eventuali mancanze o carenze. Si tende a rimproverare negli altri bambini ciò che non si vede nei propri, o a criticare comportamenti genitoriali che su se stessi non vengono visti e riconosciuti.
Il timore di essere giudicati dagli altri genitori come più autoritari o permissivi può indurre a stare sulla difensiva. I propri figli perciò sono i migliori, e il proprio metodo educativo è il più efficace.
Dal punto di vista evoluzionistico è più logico essere legati ai figli propri: l'ambivalenza viene compensata dall'amore incondizionato e ciò che si prova verso gli altri bambini diventa una valvola di sfogo. Come fare dunque a conciliare questa irritazione con il mandato biologico che ci dice di amare i cuccioli della nostra specie?
Una cosa utile da fare è domandarsi quanto ci si mette di proprio nella percezione negativa dell'altro. Quanto è dovuto a un proprio timore di essere contestati o squalificati nelle proprie capacità genitoriali? Quanto incide il confronto tra stili educativi differenti? Quanto invece è proprio di quel bambino? Quali emozioni fa provare?
Una sana empatia può essere d'aiuto. Chiedersi ad esempio"cosa farei se capitasse a me con mio figlio?" può aiutare a riflettere da un altro punto di vista,così come l'accettazione dei propri limiti, declinando la vicinanza con il bambino "insopportabile" quando non gradita.




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