Molti studi riguardano gli effetti dell'ascolto di musica classica sulle performance cognitive. Ad esempio, Frances Rauscher e Gordon Shaw nel hanno rilevato che l'ascolto di Mozart, in particolare della Sonata K448 per due pianoforti sarebbe in grado di indurre un breve scatto di intelligenza ben percepibile attraverso test psicologici. Ad esempio, aumenterebbe il rendimento agli esami universitari.
Questo fenomeno, detto Effetto Mozart, non è stato però validato scientificamente. Nel dicembre 2013 uno studio a cura di Elizabeth Spelke e colleghi della Harvard University di Boston "sfata" questo mito.
Diversi studi dimostrano che la frequenza cardiaca e il ritmo del respiro possono subire modifiche a seconda del tipo di musica ascoltato: aumentano con brani movimentati e gioiosi, diminuiscono con quelli tristi e lenti.
La musica sembra anche influire sulla secrezione del cortisolo, ormone legato allo stress.
Un'ultima curiosità: mangiare con un sottofondo molto ritmato può rallentare la digestione, mentre con i lenti si otterebbe l'efffeto contrario.
[Per approfondimenti: Schon D., Avira-Kabiri L., Vecchi T. "Psicologia della musica" , Ed. Carocci, 2007]