Questo è quanto è emerso in uno studio a cura di un gruppo di scienziati del Karolinska Institutet pubblicato sul Journal of Neuroscience. I ricercatori, nello specifico, hanno analizzato le capacità cognitive di 62 tra bambini e adolescenti (di età tra i sei e i venti anni), utilizzando dati ricavati attraverso la risonanza magnetica per immagini. Con questi risultati hanno predetto i risultati di performance mnemoniche che si sarebbero tenute due anni dopo, evidenziando il ruolo svolto dall'attività corticale fronto-parietale. In particolare, le aree maggiormente predittive sono risultate essere i gangli della base e il talamo.
La struttura e il funzionamento del cervello nei bambini e negli adolescenti potrebbero essere predittivi delle future performance di memoria.
Questo è quanto è emerso in uno studio a cura di un gruppo di scienziati del Karolinska Institutet pubblicato sul Journal of Neuroscience. I ricercatori, nello specifico, hanno analizzato le capacità cognitive di 62 tra bambini e adolescenti (di età tra i sei e i venti anni), utilizzando dati ricavati attraverso la risonanza magnetica per immagini. Con questi risultati hanno predetto i risultati di performance mnemoniche che si sarebbero tenute due anni dopo, evidenziando il ruolo svolto dall'attività corticale fronto-parietale. In particolare, le aree maggiormente predittive sono risultate essere i gangli della base e il talamo.
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Un nuovo studio condotto da Kelly Bost (University of Illinois) ha indagato come la relazione madre-figlio influisce, attraverso la regolazione emozionale, sulle condotte alimentari dei bambini. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics e ha preso in esame tre aspetti specifici: le modalità di nutrizione della madre, la routine dei pasti in famiglia e il numero di ore che il bambino trascorre davanti alla tv. I bambini di madri poco rassicuranti nei momenti di sofferenza, più punitive e meno interattive nei momenti giocosi alla lunga tenderanno a mangiare male. Hanno infatti una maggior probabilità di utilizzare il cibo come regolatore emozionale. Inoltre, più le madri rifiutano i problemi dei figli e li puniscono, minore è il numero di pasti pianificati in famiglia e maggiore il numero di ore trascorso davanti alla televisione. In conclusione, questi dati suggeriscono che un attaccamento insicuro può aumentare il rischio che i genitori utilizzino strategie negative per la regolazione emozionale dei figli, con possibili implicazioni sullo sviluppo dei primi comportamenti alimentari. Il progressivo aumento della popolazione anziana provoca una serie di ripercussioni non solo per ciò che riguarda le patologie legate all’invecchiamento ma anche per le problematiche sociali. Nell’attuale società gli anziani spesso vivono da soli, in condizioni di solitudine e di isolamento, con poche occasioni di aggregazione sociale e di relazioni interpersonali. Se questo da una parte comporta la sensibilità dell’anziano alle occasioni di contatto sociale, da cui sentirsi gratificato per l’attenzione che gli viene dimostrata, dall’altro costituisce la possibilità di approfittare di questa sua “fragilità emotiva” da parte di malintenzionati ben organizzati che sfruttano proprio questi punti di debolezza per mettere in atto truffe e raggiri. Queste azioni non arrecano solamente un danno di tipo economico, ma diventano estremamente pericolose per l’integrità emotiva dell’anziano, spesso derubato del denaro ma soprattutto di oggetti che racchiudono i ricordi di una vita. L’anziano si sente inadeguato, non più capace di difendere la propria casa, i propri averi, i propri ricordi; teme di venir considerato un “vecchio inutile e sciocco” che non è stato in grado di riconoscere dei truffatori. Talvolta neanche confessa di essere stato vittima di un imbroglio proprio per evitare di venire giudicato un incapace , con il rischio di chiudersi sempre di più e di isolarsi. Per il benessere delle persone anziane si rendono quindi necessarie azioni di promozione delle fragilità ed in particolare, nei casi di truffe e di raggiri, si avverte l’esigenza di un intervento di “educazione dell’anziano”, attraverso un percorso che lo conduca alla consapevolezza dei pericoli e dei comportamenti da evitare, in una sorta di “addestramento” alla difesa, o meglio, all’autodifesa rispetto certi rischi. In un'ottica non solo preventiva, è importante anche agire sul "contenimento" degli eventuali contraccolpi psicologici di chi è già stato vittima. L'EVENTO ALLA BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE DI TORINO Il percorso si articolerà in una serie di 2 incontri di un'ora ciascuno in cui verranno illustrate le più comuni tecniche di raggiro; verrà poi stimolata la discussione di gruppo e si proporranno simulazioni anche attraverso il role playing, allo scopo di familiarizzare con certe situazioni e poterle facilmente riconoscere. Si affronteranno anche i temi relativi alle conseguenze psicologiche che possono ripercuotersi sulle vittime di truffa, in modo da portare a conoscenza degli utenti l’assoluta normalità di alcune reazioni e da aiutarli a superare e contenere, nel caso siano già state vittime di tali reati, le ripercussioni psicologiche. BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE Via Cittadella 5, TORINO
presentazione a cura di Gabriella Starnotti 10 e 17 FEBBRAIO (lunedì) dalle 17:00 alle 18:30 PARTECIPAZIONE GRATUITA Per informazioni tel. (+39) 0114429812/4429813 (Biblioteca) Uno studio dell'Università di Cambridge ha rilevato che l'età influenza le opinioni e il giudizio sui comportamenti antisociali, con divari che possono essere piuttosto ampi. La ricerca ha coinvolto 185 giovani (di età tra gli undici e i quindici anni) e 200 adulti ed è stata pubblicata su Crime Prevention and Community Safety. I partecipanti hanno ricevuto un questionario in cui dovevano esprimere il loro giudizio su una serie di comportamenti. Reati quali omicidio, aggressione, furto, taccheggio sono stati gli unici comportamenti considerati antisociali da entrambe le categorie. Per altre azioni sono stati invece espressi giudizi molto diversi. Ad esempio, dire parolacce in luoghi pubblici è stato considerato antisociale da oltre l'80% degli adulti e meno del 43% dei giovani. Andare in bicicletta è skateboard sul marciapiede è un comportamento antisociale per il 60% degli adulti e meno dell'8% dei giovani. La Dr. S. Hulley, tra le autrici di questa ricerca, fa notare che per molti adulti già la sola presenza di giovani in luoghi pubblici era percepita come antisociale. Questa percezione negativa risulta essere influenza dall'immagine che i media danno dei giovani. In un contesto dove sempre più si separa il "noi" dal "loro", bisognerebbe cercare dei punti di connessione e rinforzarli, affinché giovani e adulti possano comprendersi meglio gli uni con gli altri e interpretare correttamente i rispettivi comportamenti. |
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