Anche la sua vita privata fu alquanto movimentata: delle sue 7 mogli, sposate in 15 anni, 3 morirono per misteriose malattie , tra il 1958 ed il 1966. Anche un numero sospetto dei suoi amici e parenti morì in strane circostanze.
Nel 1967 venne arrestato con l'accusa di tre omicidi di primo grado: quello della quarta moglie, morta nel 1956 dopo soli due mesi di matrimonio; quello di un giovanissimo nipote, morto nel 1961, e quello della settima moglie, la scrittrice Mary Brinker Arde, morta nel 1966. Secondo l'accusa, Archerd li avrebbe commessi praticando un'overdose di insulina, producendo in tal modo attacchi letali di ipoglicemia. Fu sospettato anche di altri tre omicidi: quello di un amico, morto nel 1947; quello della quinta moglie, morta nel 1958, e quello di un altro amico, morto nel 1960. In tutti e tre i casi le vittime avevano mostrato i classici sintomi dell'ipoglicemia al momento del decesso.
Nel 1968 Archerd venne quindi condannato per tre omicidi; fu il primo caso negli Stati Uniti in cui venne usata l'insulina come arma del delitto. La sua condanna a morte venne confermata dalla Corte Suprema dello Stato della California nel 1970 ma convertita in ergastolo due anni dopo. Il fatto che fra le vittime dei suoi omicidi vi fossero le sue malcapitate mogli gli valse il soprannome di “Barbablù”. Morì in carcere nel 1977.