
Questo è quanto è emerso in uno studio a cura di un gruppo di scienziati del Karolinska Institutet pubblicato sul Journal of Neuroscience. I ricercatori, nello specifico, hanno analizzato le capacità cognitive di 62 tra bambini e adolescenti (di età tra i sei e i venti anni), utilizzando dati ricavati attraverso la risonanza magnetica per immagini. Con questi risultati hanno predetto i risultati di performance mnemoniche che si sarebbero tenute due anni dopo, evidenziando il ruolo svolto dall'attività corticale fronto-parietale. In particolare, le aree maggiormente predittive sono risultate essere i gangli della base e il talamo.