Titolo: Ho smesso di piangere. La mia odissea per uscire dalla depressione
Editore: Mondadori
E invece no.
Il libro di Veronica Pivetti è bel lontano da questo stereotipo.
Leggendolo, ci si potrebbe tranquillamente dimenticare che la protagonista appartiene al mondo dello spettacolo: è il racconto di una malattia, e non c'è denaro o popolarità che tenga.
Tutto inizia con un ipertiroidismo curato in maniera poca corretta, che da il via a una serie di scompensi biologici che esitano in una depressione (c'è da dire che nel libro ci sono solo dei vaghi accenni alla vita familiare e relazionale della protagonista).
La Pivetti nel suo libro ci ricorda che-come dice il proverbio- anche i ricchi piangono: il suo status di vip la porta davanti a degli specialisti più attenti a non sfigurare di fronte al personaggio famoso (uno di questi sentirà anche il bisogno di narrarle i suoi trascorsi teatrali) che alle reali necessità della paziente.
In questi 8 anni, Veronica continua a lavorare sul set senza confidarsi con nessuno: il mondo dello spettacolo ruota tutto intorno all'apparenza, e chi non soddisfa le aspettative viene escluso rapidamente dal giro: the show must go on.
Una testimonianza onesta, senza ipocrisie: così come vengono evidenziate le difficoltà con i medici, trovano posto anche gli aspetti più sgradevoli della malattia, dalla scarsa igiene alla trascuratezza del sè.
Un ruolo centrale è occupato da Giordana, la migliore amica di Veronica, e dal grande amore per gli animali. L'autoironia fa il resto, rendendo più lieve il tema trattato, senza mai banalizzare.
Lo stile scorrevole e senza pretese rendono questo libro adatto a tutti: a chi conosce l'argomento in prima persona, a chi vuole capirne di più, e anche a chi dovrebbe imparare a mettersi un po' di più nei panni dell'altro.
Il depresso è convinto che nessuno soffra quanto lui, e il guaio è che ha ragione. Su mille depressi ci sono mille sofferenze diverse e uniche al mondo, mille dolori indicibili e mille solitudini che nessuno potrà alleviare.