La parola BRUXISMO deriva dal greco “brùko” mordere, divorare, digrignare. Il bruxismo è una parafunzione, cioè non è una funzione propria della bocca come deglutire, masticare o parlare. Comporta il digrignamento non necessario dei denti, causato dalla contrazione involontaria dei muscoli masticatori.
La ricadute fisiche del bruxismo non sono da sottovalutare.
I denti si usurano con il tempo, con il rischio di spaccarsi. La muscolatura masticatoria, notevolmente affaticata, produce indolenzimenti che possono ripercuotersi su collo, spalle e schiena, provocando ad esempio mal di testa e cervicalgia.
Da non trascurare inoltre il peggioramento della qualità del sonno: il dolore può essere tale da rendere difficile l'addormentamento o indurre frequenti risvegli. Dormire male incide sulla qualità della vita in generale, aumentando irritabilità, stanchezza o sonnolenza durante l'arco della giornata.
Le cause del bruxismo possono essere di tipo fisico, come malocclusione o mantenimento di posizioni mandibolari scorrette.
I principali fattori sembrano però essere quelli di origine psicologica: il bruxismo aumenta notevolmente quando la persona vive condizioni di tensione emotiva, affaticamento, ansia e stress. Possiamo perciò affermare che si tratta di una modalità con cui il corpo esprime un disagio psichico.
Per un intervento efficace bisogna tenere conto dei livelli fisico e psichico del problema.
Per una diagnosi corretta è importante consultarsi con un dentista, che valuterà l'entità del problema ed eventualmente suggerirà l'impiego notturno di un "bite" (una placchetta protettiva che evita lo sfregamento tra i denti e aiuta la mandibola a posizionarsi in maniera corretta). Il dentista stesso può aiutare il suo paziente a capire quanto il suo problema possa avere un'origine psicologica.
Contestualmente, è necessario prendere consapevolezza del problema anche dal punto di vista psicologico, individuando insieme a uno psicologo le cause della tensione espressa attraverso il digrignamento.
In alcuni casi può essere sufficiente allentare un po' i ritmi di una vita troppo frenetica, mentre in altri c'è un disagio più profondo da trattare come ad esempio un disturbo d'ansia. Un volta individuato, lo psicologo propone il percorso più adatto.
Possono essere utili alcune tecniche di rilassamento, come il Training Autogeno.
Queste tecniche insegnano ad ascoltare correttamente il proprio corpo, prendendo coscienza dei livelli di tensione. In questo caso, si impara a rilassare i muscoli facciali coinvolti nei momenti di tensione, fino ad automatizzare il processo.
Compare A., Grossi E., Stress e disturbi da somatizzazione: Evidence-Based Practice in psicologia clinica, Springer, 2012
Eberlein G. , Il libro del training autogeno, Feltrinelli, 1987 ]